IDEE /INTERVISTE, VIAGGI

Il giorno di Babu.

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[Viaggio in India – 03.23]

Sono a Pushkar. Babu, un ragazzo del posto, si propone di accompagnarmi a visitare il tempio di Brahma, il bazar, i cammelli e il deserto.
“E se invece provassimo a vivere un giorno nella tua vita? Niente cose da turisti”

 

Mi spiega: “Distinguiamo i fedeli dai turisti. Pushkar è meta di pellegrinaggi, c’è l’unico tempio di Brahama nel mondo. Oltre x milioni di visite all’anno.” (Non ho capito quanti, però milioni , milioni e milioni.)

 

I turisti sono quelli che ho visto arrivando, molte ragazze con short di jeans e canottiera, anello al naso, spesso dreadlock e tatuaggi. Nessun giudizio, le adoro. Non qui.
Poi ci sono le coppie giovani e quelle agée.
Non ho incontrato italiani, ma credo sia stato un caso.
Come sempre io non sono ne l’uno né altro, né un fedele né un hipster, né una coppia.
Non sono un’alternativa. Sono una curiosa in viaggio.

 

Partiamo.

 

Lui ovviamente lavora con i turisti, quindi una giornata vera contempla anche questo. Passiamo a salutare i suoi amici e a bere un the insieme a loro. A me la sedia più bella, precisa non perché sono una turista. Sono un ospite. Lo farebbero con chiunque.

 

Mi racconta cosa fa, mi fa vedere la sua casa e mi racconta un po’ della sua famiglia, della sua ex fidanzata che si è trasferita a Berlino. Pushkar non era abbastanza.
Facciamo un giro per le vie del centro, saluta quasi tutti i venditori dei bazar. Mi sembrano migliaia.

 

Ogni giorno accompagna le persone a vedere le stesse cose e ogni giorno racconta il gossip delle mogli di Brahma e un po’ di storia.
Alla gente piace sapere delle gelosie delle mogli di un dio, della visita della regina Elisabetta, con troppa storia si annoia.

Qual è la storia?
É l’unico tempio al mondo dedicato a Brahma, il dio creatore dell’universo secondo gli indù. Sicuramente è uno dei pochi.
È un importante luogo di pellegrinaggio ed è a breve distanza dal Lago di Pushkar, il più sacro di tutta l’India.
La costruzione di questo tempio risale al 14o secolo, c’è chi dice abbia 2000 anni.

 

Qui sono state sparse parte delle ceneri di Gandhi. Per sua espressa volontà le sue ceneri, infatti, vennero ripartite tra varie urne, e poi disperse in alcuni tra i maggiori fiumi del mondo: il Nilo, il Tamigi, il Volga, il Gange. Una parte fu suddivisa in più urne per cerimonie che si svolsero alla presenza di milioni di indiani, altre sono in altre parti del mondo.
Ma questa è un’altra storia.

 

Ci sono centinaia di templi, santuari, altarini, ma il luogo più importante è proprio il lago. Cinquantadue ghat (scalinate) di pietra partono dalle strade e scendono fino al lago per permettere ai fedeli di fare la puja, il bagno rituale.

Visitiamo il tempio all’ora di chiusura così posso fermarmi da sola in silenzio.
Ho una cosa importante da fare qui.
Una promessa alla mia amica Pallavi. Una promessa a me.

Al tempio nessuna foto e ho letto che non posso fotografare i ghat.

“Non vero – mi dice Babu – si può. Non si devono mercificare le foto, né fotografare le donne e le persone che fanno la puja. Lo capisci se accettano di essere fotografati, se li guardi ti sorridono.”

Mi sembra mi sorridano tutti.

“É perché tu sorridi sempre. Ti sorridono anche gli occhi”.

 

(Momento ego, Babu ci sa fare con le turiste).

 

Poi scendiamo al lago sacro e incontriamo il suo amico bramino.
Ci fermiamo con lui e senza che io abbia il tempo di capire mi ritrovo con in mano un piattino di fiori, colori, riso e altro.

Questo lo fanno i fedeli che visitano il tempio, raramente qualche turista sprovveduto che non sa cosa sta facendo. Tipo me.
Babu si raccomanda, solo con i bramini, quelli vestiti di bianco e non si deve pagare.

Prova dai. Volevi una giornata vera.
Gli indù non fanno distinzione di fede.
Apri il tuo cuore”.

 

Mi è difficile, io non mollo mai completamente. Sono un’idealista razionale. Sono tutto e il suo contrario.
Credo, ma con riserva. Ho un modo mio di pregare e quello mi basta. Provo a crederci.

Pensieri positivi, amore, salute, benessere per i vivi  e i morti. Tutti rigorosamente da elencare.
Ho aggiunto un generico tutti ma non andava bene (io ci ho provato!).
Via tutto ciò che è negativo.

Chiudo gli occhi ci penso al volo (avevo preparato un foglietto per ricordare di eliminare proprio tutto).
Si termina con una promessa di donazione al santuario. Mi suggerisce proporzionale all’elenco di vivi e morti citati e in base alle proprie possibilità.

Serve per sostenere i bramini, le loro famiglie e la comunità.  Prometto e poi mantengo.

Finito il mio rituale, mi guardo intorno e non riesco a non immaginare.
Cosa raccontano queste persone? Di quali morti e di quali desideri?
Babu intanto prega, si inchina, tocca statue e mi spiega i significati.

Io ho um momento di forte crisi (che racconterò, ma non ora).
Devo andare via.
Chiedo di stare sola qualche ora.

Ci rivediamo più tardi. Lui va a casa a pranzo.
Ci vediamo nel tardo pomeriggio, all’ora in cui lui fa il giro del lago e si ferma dai suoi amici a cantare per Brahma.

Lo facciamo insieme, posso?
Sono una donna miscredente, turista con macchina fotografica. Mi vorranno?
Non mi chiedono niente e neppure mi guardano. Sono solo uomini e ragazzini, immersi nel loro canto.

Ci salutiamo dopo un’ora buona passata a cantare (sempre la stessa ipnotica strofa). Magia pura, incenso e la luce del giorno che si abbassa.

Dobbiamo ancora terminare il nostro giro e incontriamo oche e bambini che raccolgono dal lago le offerte dei visitatori.

Vediamo anche un grande pesce rosso, Anche lui porta fortuna. Tutto qui porta fortuna.
Non riesco a fargli capire che la fortuna per me è una cosa seria. Non credo ai pesci rossi e ai topi bianchi, neppure all’acqua sacra sugli occhi e sulla testa. Ma lo faccio. Faccio quello che fa lui, per oggi.

 

La parte più difficile del giro intorno al lago è stata camminare scalza fra piccole cacche di scimmie e cacche (grandissime) di mucca e mosche, qualche topo che passava e l’acqua sporca. Giusto i primi minuti poi me ne sono dimenticata.
Un giro intorno al lago allunga la vita di un giorno. Lui lo fa tutti i giorni.
Userò bene quel giorno in più.
Prometto.

 

Una coppia sorridente mi chiede una foto.
Incontriamo un gruppo che sta versando nel lago le ceneri da un’urna. Mi fermo e prego.

Saluto mio padre e il suo desiderio di spargere le ceneri in mare, in Mediterraneo, da dove è arrivato.
Non l’ho fatto papà. Sapevo che era un desiderio di quelli che si dicono per dire, vero?

Ci abbiamo riso su insieme su come mi sarei sentita a girare con le sue ceneri fra auto e barche, e abbiamo anche pensato alla memoria dei tanti naufraghi in mare. Il Mediterraneo era vita ora è morte. Meglio tenerle tranquille a Coviolo le sue ceneri.

Finiamo il giro del lago, molta parte del quale fatta in un curativo silenzio. Quando le luci si abbassano, si sentono i canti in lontananza il lago è davvero magico.

Torniamo al punto di partenza dove i fedeli fanno le donazioni una specie di centro servizi (lì sono le mie ciabatte e lì onoro la mia pronessa).
La sera qui distribuiscono cibo e the mentre in un pozzo bruciano le bucce delle noci di cocco. Bruciano le cose negative che i fedeli hanno lasciato qui. Anche le mie stanno bruciando.

 

“Metti le mani sul fuoco e te le passi sopra la testa”

 

Fatto. Adesso per sempre sarò protetta.
Non commento. Rispetto.

 

È buio, per me è ora di tornare a casa. Ripassiamo dai cammelli, adesso parte il tour con cena nel deserto e se si vuole si dorme in tenda. Io passo.

 

Gli chiedo lo faresti se non ci fossi io? I tuoi genitori lo hanno mai fatto?
Ha sorriso, ci siamo risposti.
Lo fanno le coppie indiane in viaggio di nozze, lo fanno i visitatori stranieri.
Io non sono, come al solito, né l’uno né l’altro.

Grazie Babu, ti aspetto a Bologna per un giorno nella mia vita.
Ram Ram.

Adesso cena vegetariana. La farei comunque ma qui non c’è scelta.
A Pushkar è vietato mangiare carne e bere alcol.

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