L’architettura in armonia con la natura

laura credidio

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Glenn Murcutt è di una radicale, a tratti estrema, unicità”, così lo ha definito il professore e storico dell’architettura Francesco Dal Co introducendolo in conferenza stampa, “e come ogni grande è inattuale e indipendente. Per essere unici non si può essere attuali.”

Murcutt racconta la sua unicità attraverso i suoi disegni a matita, l’attenzione per il dettaglio, il lavoro in solitudine, le architetture costruite solo in Australia, il confronto con un unico altro collega architetto, Wendy Lewin, sua moglie. Niente collaboratori e nessun compromesso.

Non si può progettare senza conoscere in profondità un territorio, il suo clima, la geologia e l’idrogeologia, il comportamento dei venti. Bisogna conoscere le abitudini, la lingua, la cultura di un luogo e dei suoi abitanti e del committente che vivrà l’architettura.

Nato nel 1936 in Gran Bretagna, cresciuto fra le tribù della Papua Nuova Guinea e trasferitosi a causa della guerra in Australia, Murcutt è un grande maestro dell’architettura contemporanea.
Un grande che appare poco, e parla più che di progetti, di approccio alla progettazione. Di rispetto della terra e della natura. Una natura insieme alla quale progettare, da non ostacolare.

Progetta e costruisce solo in Australia. Una terra il cui amore traspare in ogni parola (e slide!).
Insegna ovunque per tramandare la sua filosofia progettuale, ma dice di poter costruire solo in Australia, perché solo di quella terra conosce l’essenza. I suoi progetti sono un equilibrio perfetto fra soluzioni tecnologiche, tecniche costruttive indigene, rispetto e conoscenza della natura circostante. Progettare con il territorio e non contro il territorio.

Il ruolo dell’architetto non è di scoprire soluzioni che siano solamente sostenibili ma che siano responsabili della flora, della fauna, di tutto l’ambiente che circonda il progetto. Misuriamo il design a basso impatto ambientale, ma dobbiamo occuparci di più della qualità dello spazio, della quiete del luogo, del benessere dell’uomo. Stiamo abusando del termine green; non prendiamoci in giro, non esiste aria condizionata green. Per rispettare l’ambiente dobbiamo studiare soluzioni che assecondino la natura, avremo così ambienti orientati correttamente, che utilizzano il sole, la forza e il flusso dei venti sfruttando le correnti d’aria naturali.

Il benessere dell’uomo dipende dal rapporto che crea con la natura circostante sfruttandone caratteristiche e potenzialità.

L’architettura deve dare risposte, non essere impositiva; deve ritornare agli ideali di funzionalismo che provengono dalla biologia. Un’architettura che potrebbe essere chiamata funzionalismo ecologico.
I suoni, la luce, la vista della natura sono parte del progetto e i prodotti che si usano devono durare a lungo, essere riutilizzabili e in relazione con l’ambiente. L’architettura deve essere vista come un processo non come un prodotto.

Lectio Magistralis Glenn Murcutt – 29 settembre 2015 – Cersaie – Bologna

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